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BERGAMO - ROMA Anno 2006

Prima di scrivere la cronaca e le impressioni di questa randonnèe vorrei ringraziare di nuovo per questa bellissima esperienza i miei 3 compagni di viaggio: Anacleto, Giuseppe e Gianluigi e soprattutto le ragazze e i ragazzi del pulmino/ammiraglia per il loro preziosissimo supporto morale e logistico.Partiamo dall’inizio e cioè da quando a dicembre 2005 Gianluigi mi ha prospettato l’idea di una randonnee da effettuarsi come d’abitudine verso la fine di maggio 2006. Ho raccolto con entusiasmo l’idea proponendo di andare ancora a Roma e, quando a gennaio Gianluigi mi ha confermato la destinazione (per lui era la quinta volta), ho incominciato ad allenarmi per arrivare pronto all’appuntamento programmato. Feci tutto con molto entusiasmo essendo sicuro, data la minuziosa capacità di programmare di Gianluigi, che sarebbe stata una bellissima esperienza.Fissiamo la partenza per sabato 27/5 dal Villaggio dividendo il viaggio in 3 tappe: La prima dal Villaggio, dopo 290 Km, a Castel San Pietro Terme sulla Via Emilia (dopo Bologna) la seconda da Castel S. Pietro Terme a S. Quirico d’Orcia (SI) per 220 Km circa; la terza da S. Quirico a Roma per 180 Km circa con arrivo in p.za S. Pietro nel pomeriggio di lunedì 30/5.

Sabato 27/5/2006
Ci troviamo tutti alle 5.30 al Villaggio per la partenza, che avverrà alle ore 6.00, dopo aver sistemato tutto l’occorrente sull’ammiraglia e aver ricevuto la benedizione di don Achille. La giornata è splendida, il programma è rispettato.
Senza forzare, dopo 110 Km, effettuiamo la prima sosta verso Busseto (PR) dove ci rifocilliamo e scambiamo qualche impressione con i ragazzi dell’ammiraglia. Ripartiamo verso Bologna: Il clima è allegro, l’intesa è ottima. A Sassuolo ci fermiamo per un’altra sosta tecnica poi ripartiamo.
L’ammiraglia ci dice che a Maranello se vogliamo possiamo fermarci oltre che per il rifornimento anche per effettuare qualche foto davanti agli stabilimenti Ferrari. Cosi facciamo.
Ci diamo appuntamento per la sosta successiva subito dopo Bologna passando per Casalecchio di Reno. Alle 17.00 circa siamo a Bologna e con non senza poche difficoltà riusciamo ad uscire dalla città (Via Emilia) ed ad incontrare l’ammiraglia per l’ultimo rifornimento della giornata. Mancano a questo punto una ventina di Km.
Alle 18.00 circa dopo 295 Km stanchi ma felici arriviamo all’albergo di Castel S. Pietro Terme. Assegnate le stanze e dopo una bella doccia e una buona cena in allegria chiudiamo questa prima giornata. Facciamo due passi nella cittadina termale e andiamo a dormire.

Domenica 28/5/2006
S. Pietro Terme – S. Quirico d’Orcia (225 Km) la tappa più dura sia per gli appennini da scavalcare sia per il caldo che già di prima mattina si fa sentire.
Verso le 6.30 partiamo e la strada sale, prima dolcemente, poi dopo l’abitato di Piancaldoli si fa più dura e s’impenna in continuazione fino al passo Raticosa. Effettuiamo una sosta con l’ammiraglia e dopo gli incoraggiamenti e le foto di rito ripartiamo verso il passo Futa, e Firenze. In fondo alla discesa della Futa, perdiamo l’ammiraglia per un nostro cambio di strada. Non potendo entrare in Firenze rivedremo l’ammiraglia dopo quasi 3 ore a S. Casciano sulla strada per Siena. Nel frattempo il caldo si fa sentire sempre di più e mancano ancora 100 Km. Manteniamo un’andatura regolare e cicliche soste per dissetarci e mangiare ogni 20/30 Km. Arriviamo a Siena alle 18.00 circa e mancano ancora 45 km a S. Quirico. Siamo un po stanchi, transitiamo a Buonconvento e arriviamo all’albergo dopo 225 Km tutti di sali scendi. Sono le 20.00. Dopo un doccia rigenerante e una buona cena a base di pappardelle ai funghi e cinghiale andiamo tutti a riposare. Domani ci aspetta l’ultima fatica: 180 Km per arrivare a Roma.

Lunedì 29/5/2006
S. Quirico d’Orcia a Roma 180 Km
Con sorpresa al mattino c’è foschia, fa fresco e c’è nuvoloso. Giuseppe si è ripreso e pedalerà con noi fino a Roma. Decidiamo, visto il tempo e per non arrivare tardi a Roma, di tenere sempre la S.S. 2 senza fare due deviazioni che avevamo preparato. Alle 6.30 partiamo coperti e resteremo così fino verso le 8.30. Verso Acquapendente le nuvole spariscono lasciando il posto ad un cielo azzurro ed al sole. Scendiamo verso Bolsena ed effettuiamo una sosta con l’ammiraglia. L’umore, vuoi perché Roma si avvicina, o vuoi perché stiamo tutti bene, è alto e l’andatura è buona.
Si punta verso Montefiascone, quindi Viterbo per una nuova sosta. Mancano 80 Km a Roma. Fa caldo.
Decidiamo di vederci ogni 20 Km. Sosta a Vetralla Sutri. L’ammiraglia viaggia a vista. Dopo Nepi la statale Cassia diventa a 2 corsie. Mancano meno di 40 Km a Roma. Cartina di Roma alla mano decidiamo di uscire a Cesano per poi proseguire noi e l’ammiraglia lungo Via Trionfale – Foro Italico. Ci diamo appuntamento in S. Pietro: pedaliamo con attenzione nel traffico caotico di Roma. Alle 16.15 finalmente arriviamo. Veniamo accolti dai ragazzi dell’ammiraglia e da un altro gruppo del Villaggio arrivato in Piazza S. Pietro. Tutti si scambiano complimenti, abbracci e pacche sulle spalle. Nell’aria si respira tanta emozione per l’impresa appena conclusa.
Dopo le foto di rito andiamo in albergo per concludere una 3 giorni stupenda dandoci appuntamento per la prossima randonée.
Grazie ancora di cuore ai miei 3 compagni ed ai nostri fidati accompagnatori.

Queste sono le impressioni del nuovo arrivato e amico Francesco circa le Randonnèe che ho organizzato e che organizzo studiando nei minimi particolari gli itinerari. I nostri complimenti vanno anche al nostro papà Anacleto che, arrivato a settant’anni, (non lo ferma più nessuno!) incredulo, ma molto felice, ha portato a termine l’impresa nel migliore dei modi. In realtà questa è la mia settima Randonnèe conclusa felicemente. Ogni volta è l’occasione giusta per visitare la nostra bella Italia in lungo e in largo. Ormai organizzarle mi viene spontaneo, quasi automatico, e nel farlo tengo sempre a mente l’età dei partecipanti …giovani ma su di età!!! (Non diciamola altrimenti si potrebbero offendere). Per fortuna durante tutte le randonée mai nessuno si è fatto male, perché tengo molto all’organizzazione ma soprattutto ai partecipanti perché con loro si instaura una vera amicizia. Lo spunto per organizzarle arriva da una strofa della poesia che dice cosi “ Non è il viaggio o la sua economia nel compierlo che ci soddisfa, ma la facoltà di sceglierlo, d’interromperlo e di mutarlo, quella poesia istintiva di una improvvisazione spensierata, mentre una forza orgogliosa ci gonfia il cuore nel sentirci cosi liberi”. Insomma prima di partire veniamo assaliti da molti dubbi e preoccupazioni ma, una volta partiti, tutto svanisce e ci caliamo profondamente nelle semplici parole di questa poesia. Alla prossima.