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BERGAMO - SAN GIOVANNI ROTONDO Anno 2003

Nel 2002 subito dopo aver compiuto la massacrante Bergamo Roma Bergamo di 1400 Km no stop,vengo a sapere che per l’anno successivo non è stata organizzata alcuna Randonnée, allora decido di provare ad organizzarne una io e per il 2003 scelgo di andare a San Giovanni Rotondo (verso Padre Pio).
Dopo aver comunicato ai miei compagni di pedalate domenicali la mia intenzione mi sono inizialmente sentito dire che ero un po’ folle e che nessuno mi avrebbe seguito. Deciso nel mio intento ho cominciato ad allenarmi da solo e ho preparato l’itinerario con i punti di sosta e di alloggio (volevo farla in tre giorni). Era la prima randonnèe che organizzavo e non volevo che andasse storto nulla. Tre settimane dopo che avevo lanciato l’idea alcuni compagni cominciarono ad interessarsi all’impresa e, confermandosi interessati, cominciarono ad allenarsi con me fino al giorno della partenza.

Venerdì 30 Maggio.
Alle ore 6 piove a dirotto ma siamo tutti presenti Dino, Gianluigi, Gianmario, Michele, Ivano, Saverio, Giuseppe con le nostre bici, Patti con il pulmino ammiraglia carico,pronti per l’avventura che ci aspetta.Villaggio Sposi San Giovanni Rotondo in tre giorni.
E’da mesi che programmiamo, che prepariamo l’itinerario, le soste, il materiale e le gambe. Abbiamo tutti un buon allenamento, ma un viaggio cosi lungo non l’avevamo mai provato (a parte Gianluigi, veterano della randonnèe non stop Bergamo Roma Bergamo, che ci sostiene e ci consiglia).Don Achille ci impartisce la benedizione (ne abbiamo bisogno). Don Tiziano, il presidente dell’USVS Sig. Alborghetti, le mogli dei temerari, Isaia e alcuni amici, nonostante l’orario e il tempo inclemente, sono presenti per salutarci e augurarci buon viaggio.
Partiamo e pedaliamo bagnati come pulcini sotto un’acqua torrenziale. Nonostante ciò Isaia pedala con noi e ci accompagna fino a Brescia, poi ci saluta e ritorna al Villaggio. Finalmente arriva il sole, proseguiamo la nostra pedalata attraverso la Lombardia, sfioriamo il Veneto ed entriamo in Emilia Romagna. Passiamo molti paesini rurali, campagne coltivate, il fiume Po, la pianura padana si estende in tutta la sua bellezza. Il sole scotta la pelle e ci troviamo a sera color aragosta.
Siamo sfiniti: Gianmario cade in terra da fermo per non aver sganciato il pedale.
Per la notte abbiamo prenotato ad Alfonsine, un paesino a 10 km da Ravenna.
La prima giornata è passata, siamo stanchi ma abbiamo retto tutti bene i 280 km effettuati.
Si cena a base di prodotti fatti in casa, ci abbuffiamo un po’ troppo ed alcuni di noi (Dino) non riescono a dormire, sia per la fatica accumulata sia per la difficoltosa digestione.

Sabato 31 maggio
Alle ore sei partiamo da Alfonsine e in breve tempo arriviamo al mare.
La giornata di sole è splendente, le spiagge sono già prese d’assalto dai turisti, verrebbe anche a noi la voglia di fare una nuotatina ma dobbiamo rispettare la tabella di marcia, perciò continuiamo a pedalare.
Piatti si ferma spesso per distribuire l’acqua e cibo, dobbiamo stare attenti a non disidratarci e a non rimanere senza energia (crisi di fame).
Attraversiamo i paesi della riviera romagnola: Cesenatico, San Mauro a Mare, Belluria, Torre Pedrera, e giù fino alle Marche con Civitanova Marche, Porto San Giorgio, ecc.
Arriviamo nel tardo pomeriggio a Grottammare per pernottare.
Anche oggi abbiamo percorso circa 280 km, siamo tutti presenti all’appello. Un ultimo sforzo ci attende: stanchi come siamo, dobbiamo portare le nostre bici sulle spalle fino al terzo piano dell’albergo perché non entrano nell’ascensore. Qualcuno mentre sale impreca : P.Pio perdonaci!.
Dopo la doccia rigenerante iniziamo a spalmarci la crema per le ustioni, siamo praticamente a strisce e il fondo schiena è a pezzi, duramente provato da due giorni di sella.

Domenica 1 giugno
Il ritrovo è ancora alle sei. Dopo la colazione partiamo da Grottammare ed inizia l’ultima tappa. Il caldo e il sole ci accompagnano per tutto il giorno.
Attraversiamo le Marche, l’Abruzzo, il Molise, la Puglia: è metà giro d’Italia.
L’ultimo tratto spettacolare è l’attraversata del Conero con le sue dolci colline che si tuffano nell’azzurro del mare e delle quali si gode una vista mozzafiato.
Siamo abituati a percorrere queste strade chiusi nelle macchine, per andare in vacanza, correndo veloci sulle autostrade e non ci accorgiamo che perdiamo la bellezza di questi stupendi paesaggi.
La nostra bella Italia ci riserva colori ora tenui: il rosa, il giallo, l’arancio dei fiori nei campi, ora forti e decisi come il blu cobalto del mare, l’azzurro brillante del cielo, il verde smeraldo dell’erba mattutina ancora bagnata dalla rugiada.
Mentre si pedala per ore e ore si osserva, si pensa, si chiacchiera con i compagni di avventura e si diventa più amici, più uniti, si forma una vera squadra.
Arriviamo a Marina di Chienti e qui ci fermiamo per un bel piatto di spaghetti allo scoglio cucinati appositamente per noi a tempo di record da un gentile ristoratore.
Risaliamo in sella e riprendiamo a pedalare sino a Termoli, dove veniamo ostacolati da un fortissimo vento che ci accompagna fino a San Severo da cui inizia l’ascesa verso San Giovanni Rotondo.
Sono questi ultimi chilometri i più duri.
Il Tavoliere delle Puglie si presenta in tutta la sua maestà e durezza, si alternano continuamente dei sali e scendi che ti tagliano le gambe e siamo costretti a rallentare.
A San Marco in Lamis un toro si è piazzato in mezzo alla strada e non ne vuole sapere di spostarsi, e non solo: tenta pure di caricarci. Gianmario gira la bici e torna indietro, Dino abbandona la bici e si getta dietro il guardrail, poi tutti insieme tentiamo di scacciare il povero toro che si sta arrabbiando, quando finalmente arriva il proprietario che se lo porta via. La strada è libera e possiamo ripartire. Finalmente siamo all’ultima salita, è ormai sera quando arriviamo sul piazzale del santuario a San Giovanni Rotondo.
Sul piazzale moltissime persone entrano ed escono dalle chiese, c’è un bel po’ di confusione, è tardi, quindi preferiamo andare subito in albergo.
Non c’è il nemmeno il tempo di togliersi la divisa perché la cena è pronta.
Iniziamo a rilassarci, ma siamo troppo stanchi e ci addormentiamo subito non appena entriamo nelle nostre camere. Abbiamo percorso altri 280 km.

Lunedì 2 giugno
Visitiamo la chiesa e ascoltiamo la celebrazione della Santa Messa, poi facciamo un giro veloce di San Giovanni Rotondo e partiamo per il ritorno con il pulmino.

Martedì 3 giugno
Alla sera ci troviamo tutti insieme con le nostre bici Capitanati da don Achille entriamo nel Villaggio e andiamo alla festa dello sport all’oratorio.
Qui l’accoglienza è commovente. Il presidente della VII Circoscrizione sig. Benigni, la signora Alberghetti Consigliere VII Circoscrizione, il presidente dell’USVS sig. Alborghetti con il parroco don Achille ci hanno consegnato una medaglia commemorativa.
Alla presenza di molti amici e simpatizzanti, mogli e figli abbiamo festeggiato un’impresa che rimarrà impressa nei nostri cuori per molti anni.
Porgiamo un sincero ringraziamento a coloro che hanno partecipato alla buona riuscita di questa impresa che sembrava un’idea “folle” e impraticabile ma che si è dimostrata un’iniziativa dura, intesa ma certamente memorabile.